Una vera e propria piaga, a sentire i responsabili Ikea, quella dei reclami che affligge molte produzioni fatte in Asia, troppo lontano dai punti vendita europei.
Ma ad attirare Ikea, ora, è la flessibilità di distretti piemontesi storici come quello di San Maurizio d'Opaglio o di Gozzano capaci di produrre 30mila rubinetti come Dio comanda just in time seguendo con scrupolo il capitolato e riducendo i costi dello spostamento di rubinetti made in Malesia che valgono ben più del lavoro più o meno flessibile.
«Per noi di Ikea la flessibilità del lavoro, l'articolo 18, per intenderci, non è un problema, quanto l'incertezza dei tempi della burocrazia e della politica», ha dichiarato ai microfoni di Radio 24 l'amministratore delegato di Ikea Italia.
Ancora:
L'area prioritaria di approvvigionamento è il Veneto (38% degli acquisti), seguita da Friuli (30%) e Lombardia (26%).
Nel Nord-Est d'Italia Ikea acquista più che in Svezia o Germania, con una forte ricaduta occupazionale collegata a queste nuove commesse produttive, stimabile in 2.500 posti di lavoro ai quali vanno sommati i 6.600 dipendenti della rete commerciale e logistica e l'indotto dei punti vendita.
Risultato dell'addizione: 11mila posti di lavoro e, i distretti piemontesi, e con loro l'Italia, ringraziano.
Fonte: Rita Fatiguso e Paola Guidi - Il Sole 24 Ore - leggi su
Ikea sposta la produzione di mobili dall'Asia all'Italia - Il Sole 24 OREChe ne pensate? Siamo così disperati da essere la nuova Malesia, Thailandia e Cina?