Dopo il clamoroso arresto dei suoi dirigenti, la
Aws di Trofarello ha sospeso ogni attività. Ieri mattina i primi corrieri che hanno raggiunto via Molino della Splua hanno trovato i cancelli sbarrati. L’accesso era consentito solo al personale dell’amministrazione e a clienti e fattorini che dovevano recuperare la merce, ritirata fino alla sera prima e adesso destinata a prendere polvere in magazzino. Loro, i soci delle cooperative cresciute attorno alla società di trasporti, sono stati invitati a ritornare a casa. «Alle 7 il mondo ci è crollato addosso - dicono - Dopo tanti sacrifici ci hanno lasciato in mezzo a una strada». Tante storie tutte uguali, di un lavoro da 1200 euro al mese senza contributi, mutua o ferie pagate.
«Per anni abbiamo accettato delle condizioni sempre più insostenibili, fino a quella di dover rimborsare di tasca nostra le spese relative alla mancata consegna dei pacchi» racconta Riccardo Perino, 38 anni di Candiolo. E’ lui il responsabile degli autisti della cooperativa Dinamica: nemmeno quindici ragazzi per coprire tutta la provincia di Torino. Solo una goccia nel mare degli addetti alle spedizioni nell’Italia intera.
Proprio da qui sono partite le indagini della Guardia di Finanza che, lo scorso 5 luglio hanno portato all’arresto di Francesco Masera, capo del Cda e storico sponsor di Juventus e Milan. Insieme a lui sono finiti in manette il vicepresidente Cesare Gallea, l’ad Giorgio Orbecchi, il responsabile operativo Pilade Lapucci e Sonia Balestracci, funzionaria addetta alla gestione del personale.
Sarebbero loro i responsabili di decine di documentazioni fiscali false, rilasciate per giustificare assunzioni fittizie. Un giro d’affari che le fiamme gialle hanno quantificato in più di 20 milioni di euro. Ora, a protestare davanti alle porte della società di trasporti, ci sono proprio quegli eterni precari che per anni hanno garantito la crescita esponenziale di
Aws, che dal ’99 al 2010 ha visto lievitare il proprio fatturato da 9 a 90 milioni.
«Parliamo di un indotto che, fino a ieri, ha garantito uno stipendio ad almeno settemila famiglie» fa i conti Alessandro Galfetti, titolare del consorzio milanese Keilog. Aggiunge: «Siamo venuti fin qui per capire cosa stava succedendo. Nessuno, però, si è degnato di darci la minima spiegazione. Quello che ci spaventa di più sono le voci di un imminente fallimento. Faremo di tutto per ottenere almeno la concessione di un’amministrazione controllata di
Aws per i prossimi due anni».
Questa mattina ci saranno anche i suoi uomini alla manifestazione, in programma alle 8 davanti agli stabilimenti di Trofarello, che dovrebbe coinvolgere centinaia trasportatori in arrivo anche da Roma e Napoli. L’obiettivo è quello di marciare attraverso l’area industriale di via Postiglione fino all’abitazione privata della famiglia Masera, sulla collina di Trofarello. «Così vedremo quanto potrà ancora durare il loro silenzio». Intanto l’avvocato Ezio Audisio, legale dei Masera, prova a spiegare le ragioni della chiusura. «Fino ad ora non è stata avanzata alcuna richiesta di fallimento - precisa - Da settimane sono in corso trattative rivolte a valutare la possibile cessione della società. I miei assistiti sono agli arresti domiciliari: in queste condizioni la direzione ha preferito sospendere le consegne almeno fino alla fine dell’estate. Siamo fiduciosi di poter chiarire al più presto questa situazione».
Di
FEDERICO GENTA -
lastampa.it